Geotermia e subsidenza, la verità negata ai cittadini

Toscana, Europa, 10 giugno 2018

Il titolo del precedente post sulla subsidenza geotermica conteneva una domanda lasciata in sospeso: “Subsidenza da sfruttamento geotermico. Perchè nessuno ne parla?”. Oggi proponiamo una risposta che formula una nuova domanda: “forse perchè Enel non vuole?”.

Negli ultimi decenni l’Agenzia Spaziale Europea, che è finanziata anche dall’Italia, ha speso miliardi di euro nel campo delle più moderne tecnologie per poter disporre di strumenti che fossero in grado di compiere misurazioni precisissime sui parametri che riguardano l’atmosfera, i mari, la superficie terrestre e l’ambiente in generale. Un progetto di successo che ha avuto corso dal 2002 al 2012 è stato il lancio in orbita da parte dell’ESA (Agenzia Spaziale Europea) del satellite Envisat (Environmental Satellite, cioè satellite ambientale). Al pari dei satelliti ERS, che l’hanno preceduto, Envisat aveva a bordo alcuni sofisticati strumenti tra cui un ASAR (Advanced Synthetic Aperture Radar), un radar capace di rilevare variazioni di quota delle superfici con precisione millimetrica. La tecnica di misurazione originale denominata Interferometria Differenziale SAR (DInSAR) è stata nel tempo ancor più perfezionata con l’introduzione di nuove tecniche aggiuntive tra cui la cosiddetta Persistent Scatterer Interferometry (PSI). Negli anni successivi al lancio di Envisat sono fiorite in tutta Europa numerose ricerche scientifiche basate sui dati inviati dal satellite. Le mappature della subsidenza delle varie regioni europee sono diventate oggi ancora più precise e facili da elaborare per tutte le comunità che ne abbiano necessità.
Se cerchiamo in rete pubblicazioni scientifiche sulla subsidenza nelle aree geotermiche toscane abbiamo però una sorpresa: su tale argomento gli italiani hanno condotto pochissimi studi, quasi tutti sono scritti in lingua inglese e parlano in modo generico delle tecniche di misurazione senza però riportare i risultati delle misure effettuate sulle aree colpite dal problema. Sappiamo bene che generalmente nel mondo viene utilizzata la lingua inglese per diffondere informazioni di tipo scientifico, tuttavia appare strano che per quanto riguarda il fenomeno della subsidenza da sfruttamento geotermico non si trovino documenti scritti in italiano che possano essere letti dagli italiani direttamente interessati.  Per dare un aiutino a chi non conosce la lingua inglese abbiamo preso a campione un lavoro di quattro ricercatori dell’Università di Firenze e ne abbiamo estratto un frammento cartografico sviluppando alcune osservazioni.
E’ uno studio pubblicato nel 2014 dal titolo:  A Procedure to Map Subsidence at the Regional Scale Using the Persistent Scatterer Interferometry (PSI) Technique
In questo studio vengono descritti i metodi con cui si può arrivare a calcolare la subsidenza con estrema accuratezza, in particolare viene descritto come si possa misurare lo sprofondamento lungo l’asse verticale distinguendolo dagli spostamenti che avvengono lungo gli assi laterali. A pag. 10517 dello studio si trova una pittoresca mappa multicolor, piena di pallini colorati, che anche il cartografo più bravo farebbe fatica a collocare con precisione viste le coordinate segnate in modo approssimativo. La legenda che accompagna la mappa spiega che i pallini sono:

  • rossi se lo sprofondamento è massimo (da -5,16 a -3 mm/anno),
  • gialli se lo sprofondamento è medio (da -2,99 a -1,50 mm/anno),
  • verdi se lo spostamento sulla verticale è prossimo allo zero (da -1,49 a +1,5 mm/anno)
  • celesti o blu se è stato rilevato uno spostamento del suolo verso l’alto, questo può verificarsi quando in un’area vengono reiniettati grossi quantitativi di fluidi.

La mappa multicolor riesce sicuramente a trasmettere l’idea che i satelliti spaziali valgono la spesa ma ci segnala che in qualche area del sud della Toscana la subsidenza si manifesta in modo preoccupante. Lo studio si limita a differenziare alcune piccole aree della mappa per grado di subsidenza evitando con cura di entrare nel merito del perché tale fenomeno sia più accentuato in alcuni precisi punti. Per poter capire quale potesse essere il motivo di sprofondamenti particolarmente rilevanti segnalati con pallini rossi, abbiamo sovrapposto l’immagine della mappa alla foto aerea dell’area oggetto di studio.  Tutto è stato chiaro: si tratta della zona di Piancastagnaio, comune che ospita diverse centrali geotermiche. Avendo a disposizione le foto aeree ad alta risoluzione abbiamo infine potuto scoprire che sotto a diversi pallini rossi si nascondevano pozzi e centrali. L’animazione che segue ne mostra un esempio.

(mappa su file kmz da scaricare e aprire con Google Earth)

Molti territori della Toscana hanno la caratteristica di essere franosi. Il territorio di Piancastagnaio è uno di essi e lo sfruttamento geotermico non può che peggiorarne la situazione già critica.
Se i ricercatori dell’Università di Firenze, finanziata con soldi pubblici, non parlano dei danni causati dalla geotermia per qualche sconosciuto motivo, lo facciamo noi.
Parliamo ora di altri soldi italiani spesi male. Sapete come si mantiene l’Agenzia Spaziale Europea? Le attività dell’Esa sono finanziate con il contributo economico di tutti gli stati membri, contributo  calcolato in base al prodotto interno lordo di ciascun Paese. L’Italia versa 512 milioni di euro l’anno, un contributo che corrisponde al 13,7% dell’intero budget ESA (dati 2017).
Mentre l’Italia spende 512 milioni di euro l’anno per partecipare ai programmi spaziali europei, i dati degli studi effettuati non vengono divulgati e i cittadini toscani non vengono nemmeno informati di quanto i loro territori stiano sprofondando per colpa della geotermia.

By Difensori della Toscana

 

 

 

 

 

Subsidenza da sfruttamento geotermico. Perchè nessuno ne parla?

26-05-2018

Che cos’è la subsidenza?

La subsidenza è un fenomeno di abbassamento del suolo che può avere cause naturali, legate a processi geologici, e cause artificiali o antropiche legate alle azioni dell´uomo, una di queste è il prelievo di fluidi dal sottosuolo.

Proviamo ad immaginare i serbatoi geotermici come delle grandissime spugne immerse nel sottosuolo formate da rocce porose, fratturate in più punti, dove il fluido geotermico a temperature e pressioni elevate riesce a scorrere e diffondersi lentamente e liberamente (ricordiamo che il fluido geotermico è composto da acqua per circa il 95%, per il restante 5% da gas, acidi, sali ed altre sostanze più o meno velenose). Dopo anni di sfruttamento in cui il fluido viene sottratto dai pozzi geotermici, senza un’adeguata reiniezione che compensi quanto sottratto, sotto la compressione dei pesanti strati geologici soprastanti le spugne indebolite dallo svuotamento inesorabilmente collassano e si schiantano. Il processo avviene lentamente nel tempo, centimetro dopo centimetro, con microterremoti che si ripetono a breve distanza di tempo altrimenti con terremoti più potenti ogni tot anni. Questo processo di sprofondamento è irreversibile. La spugna di roccia non ha proprietà elastiche e una volta schiacciata rimane in questa condizione per sempre. Anche se finisce lo sfruttamento il volume perso non potrà più tornare. Le generazioni future potranno sicuramente ingegnarsi nello sviluppare nuove tecnologie per sfruttare l’energia geotermica in modo rispettoso per l’ambiente, ma la terra che troveranno sarà già stata profondamente modificata da chi purtroppo oggi l’ambiente non lo rispetta, così come troveranno ormai impoveriti i serbatoi di energia presenti nel sottosuolo.

Nell’area circostante le centrali di Larderello, in un raggio di 5 km, tra il 1923 e il 1986 lo sprofondamento medio è stato di 120 cm, come dire 2 cm all’anno. In quell’area sono presenti centinaia di case abitate. Inutile ricordare che dove c’è subsidenza ci sono dissesti e frane. Nell’area vicina alle centrali di Sasso Pisano la velocità di sprofondamento ha raggiunto i 3,5 cm all’anno. Intorno alle centrali di Radicondoli, nelle vicinanze di Montalcinello, tra il 1973 e il 1991 lo sprofondamento è arrivato fino a 40 cm (Arpat). Prendendo questi ultimi dati abbiamo provato a calcolare il volume scomparso sotto agli impianti di Radicondoli: in soli diciotto anni il serbatoio sotterraneo si è ridotto di oltre un milione di metri cubi.

Parliamo ora della reiniezione dei fluidi. Viene raccontato da Arpat che la reiniezione mitiga i fenomeni di subsidenza. Arpat si è però dimenticata di dire che quando la reiniezione non viene fatta nello stesso serbatoio di provenienza non mitiga un bel niente. Gli acquedotti aziendali che Enel ha cominciato a costruire negli anni ’90 per convogliare le acque di condensa verso i pozzi di reiniezione, purtroppo per noi non si fermano negli immediati dintorni delle singole centrali, ma viaggiano per decine di chilometri (rete acquedotti). Accade così che i fluidi in uscita dalle centrali di Radicondoli, invece di essere reiniettati sul posto, vengono dirottati verso Larderello per essere reiniettati in altri serbatoi lontani da Radicondoli.  Per negare la dannosità di tale attività qualche geologo prezzolato potrà sempre raccontare che la Toscana è caratterizzata dall’avere un unico grande serbatoio geotermico e che anche dal punto di vista normativo non esiste nessun problema.

C’è un’altra questione sulla reiniezione e riguarda anche i progetti relativi alle centrali binarie. Anche se fosse effettuata la reiniezione totale la subsidenza ci sarebbe lo stesso perchè non possono essere reiniettati i fluidi troppo vicino al punto di estrazione e perché il volume dei fluidi raffreddati in uscita dall’impianto è inferiore rispetto al volume dei fluidi entranti. Per quanto riguarda le centrali Enel è ancora peggio, forse nemmeno il 35% del quantitativo totale di fluido estratto viene recuperato per essere reiniettato. Per la maggior parte i fluidi vengono dispersi in atmosfera attraverso le torri evaporative (es. progetto-Milia pag. 19). Sull’argomento spreco di acqua e soldi pubblici torneremo prossimamente e parleremo di cosa succede in Val di Cornia.

Ma come viene affrontato il problema della subsidenza a livello europeo? L’Europa affronta la questione in modo molto serio. L’ESA, l’ente spaziale europeo, ha avviato fin dal 1991 un progetto di monitoraggio dei vari parametri della superficie terrestre lanciando nello spazio i satelliti ERS a cui sono seguiti i satelliti Envisat e i Sentinel. Questi satelliti riescono a misurare la subsidenza anche se è solo di un millimetro.

Ma cosa fa la Regione? Mentre con una mano stanzia 650000 euro per monitorare dissesti, frane e subsidenza con l’altra mano firma un’autorizzazione che in pratica consente ad Enel di poter reiniettare i fluidi dove e come gli pare  disinteressandosi completamente della subsidenza (decreto-5756-2015).

Fine della prima parte

Fonti: Arpat, Enel, Regione Toscana, ESA

by Difensori della Toscana

Geotermia e ministri uscenti, ultimi colpi di coda prima che la nave affondi

7 Maggio 2018

Sono passati più di due mesi dalle elezioni del  4 marzo 2018 e forse pochi di noi si rendono conto di una cosa: finchè non verrà formato un nuovo governo i vecchi ministri piazzati da Renzi, Gentiloni ed ex maggioranza varia, resteranno al loro posto e nella distrazione generale potranno continuare a fare quello che vogliono, anche emettere decreti a favore di lobbies amiche e portare a termine iniziative di ogni tipo, anche dannose per l’ambiente. In questo periodo di transizione tra un governo e l’altro questi ministri potrebbero fare ancora molti danni. Ripensandoci,  forse era stato previsto anche questo. Confezionata una legge elettorale perditempo, ogni giorno di ritardo nella formazione del governo è un giorno in più nei posti di potere per coloro che restano in carica. Questi individui possono così completare quanto era già stato programmato dal loro gruppo politico/economico ignorando il fatto di essere stati bocciati dagli Italiani ed insistendo nel perseguire i propri obiettivi.

Ne è un esempio il DECRETO  29 marzo 2018 che porta le firme del ministro dell’Ambiente Galletti e del ministro dello Sviluppo Economico Calenda. I curriculum di tali personaggi purtroppo parlano da soli (Galletti era il commercialista di Casini…, Calenda riguardo al Tap ha detto “i tubi in Puglia passeranno, certo che passeranno…” ).

Analizziamo il decreto cominciando dal titolo.

“Modalità di verifica delle condizioni per il riconoscimento, nell’ambito degli schemi di incentivazione alle fonti energetiche rinnovabili, di premi e tariffe speciali per gli impianti geotermici che utilizzano tecnologie avanzate con prestazioni ambientali elevate.”

Già il titolo butta fumo negli occhi: “Le tecnologie avanzate con prestazioni ambientali elevate”  in realtà non esistono. Quando si parla di centrali ad emissioni libere la tecnologia utilizzata è per forza di cose vecchia. Le “prestazioni ambientali” inoltre sono negative, infatti Enel ogni anno versa al Cosvig circa 30 milioni di euro di compensazioni ambientali. Con le “modalità di verifica” escogitate dal decreto le centrali dotate dei famigerati filtri Amis potranno far incassare ad Enel altri soldi pubblici in più pur continuando l’inquinamento.

Mentre l’Italia sta vivendo un periodo storico di grave crisi economica qualcuno ha confezionato questo decreto per regalare ancora più soldi pubblici a chi inquina con la geotermia. Lo riteniamo un insulto ai cittadini e agli imprenditori che rispettano l’ambiente.

In un nostro recente post avevamo parlato del principio “Chi inquina paga”, torniamo ora sull’argomento cercando di approfondirlo.

Talvolta la sete di denaro spinge i vertici dei grossi gruppi industriali a fare scelte nefaste per l’ambiente con conseguenti danni agli sfortunati territori che vengono presi di mira. Per ostacolare la ricerca di profitto a danno dell’ambiente sarebbe sufficiente tassare pesantemente i gestori degli impianti inquinanti. Chi inquina troppo andrebbe tassato così tanto da costringerlo a cambiare. Chi inquina meno dovrebbe pagare comunque cifre importanti. Le pratiche industriali inaccettabili devono essere disincentivate e le attività produttive devono essere indirizzate verso il solo utilizzo di tecnologie pulite.

Con questo decreto ministeriale succede l’esatto contrario. Oggi chi inquina con la geotermia invece di essere tassato viene incentivato con i fondi riservati alle rinnovabili pulite, e se mette un filtro di dubbia efficacia, che utilizza la soda caustica, viene addirittura premiato con ulteriori tariffe speciali. Inutile ricordare che i soldi degli incentivi e dei premi speciali li mettono i cittadini.

Analizziamo la parte del decreto che riguarda le centrali in attività: l’articolo 4.

Art. 4.  Premio per l’abbattimento di almeno il 95% del livello di idrogeno solforato e di mercurio   

A rigor di logica, per tutelare la salute dei cittadini, un impianto che emette idrogeno solforato e mercurio oltre a numerose altre sostanze inquinanti, che in questo decreto non vengono nemmeno citate, dovrebbe essere chiuso. L’inquinamento da geotermia invece non viene nemmeno tassato, ma premiato. In Italia i cittadini fanno fatica ad arrivare a fine mese e qualsiasi scelta fatta dal governo in tema di distribuzione di soldi pubblici dovrebbe essere validamente motivata. In questo caso a noi sembra di essere di fronte ad un enorme sperpero di soldi pubblici. Nel documento non sono state citate tutte le sostanze inquinanti perché sarebbe stato uno scandalo ipotizzare dei premi. Le migliaia di tonnellate di ammoniaca emessa, per esempio, producono ancor più danni ambientali e sanitari dell’idrogeno solforato. E l’arsenico? E gli altri veleni? Di che razza di “tecnologie avanzate” parliamo se questi filtri consumano migliaia di tonnellate di soda caustica e riescono ad interagire solo su due sostanze, per giunta in modo poco affidabile?  Es. di comunicazioni fermo impianti

Ma sfogliando il decreto l’assurdo deve ancora venire. Leggendo “abbattimento di almeno il 95% del livello di idrogeno solforato e di mercurio” una persona onesta penserebbe:  essendo due sostanze completamente diverse verrà misurato l’abbattimento dell’ idrogeno solforato, poi verrà misurato l’abbattimento del mercurio e solo se entrambe le due sostanze risulteranno abbattute ognuna per almeno il 95% avranno il pretesto per poter premiare, per quanto sia ingiusto, un inquinatore. Non è così…  viene astutamente creata confusione affinché l’inquinatore possa vincere facilmente, e vi spieghiamo come.

Nell’allegato 1 presente nel decreto vengono confuse per bene le carte in tavola riguardo alle uniche due sostanze inquinanti su cui i filtri Amis riescono parzialmente ad agire: il mercurio (Hg) e l’idrogeno solforato detto anche acido solfidrico (H2S).

Il mercurio, che tra i due a parità di peso è quello molto più pericoloso in quanto ne basta un microgrammo per inquinare un litro d’acqua, viene emesso in quantità spaventose nonostante siano presenti i famigerati filtri Amis. Tra tutte le 35 centrali si parla di una tonnellata e mezza l’anno. Quantità che è stata da noi stimata consultando i dati Arpat degli ultimi dieci anni.

Le emissioni dell’acido solfidrico si aggirano invece sulle 5000 tonnellate l’anno (dati Enel). Per rendere l’idea, una centrale dotata di filtri potrebbe emettere in un’ora dieci kg di acido solfidrico e  due grammi di mercurio.

Il problema che si poneva per gli inquinatori a caccia di premi è che questi filtri non possono mai fermare il mercurio con percentuali superiori al 95% anche perchè nelle centrali i filtri vengono installati sulla linea dei gas non condensabili ed il mercurio, non essendo un gas e non trovandosi sotto forma di vapore al 100%, si mescola in percentuale variabile ai liquidi di condensa che lo trascinano fino alle torri evaporative. Da lì in parte finisce in cielo.

La soluzione per non perdere il premio si trova nell’allegato 1. Se il mercurio viene considerato equivalente all’acido solfidrico, la tonnellata del primo viene inglobata nelle 5000 tonnellate del secondo. Con una formuletta matematica opportuna le due sostanze vengono accomunate anche se l’acido solfidrico è migliaia di volte più abbondante in peso del mercurio. Invece di considerare i flussi di massa singoli è stato creato il “flusso di massa (m) della specie «i» (H2S e Hg)”. In questo modo il mercurio scompare nel flusso di massa totale e la percentuale finale la fa l’acido solfidrico da solo, che è più abbondante, meno pericoloso e più facile da filtrare.

A favore del rialzo del farlocco coefficiente di abbattimento, al fine di portarlo al di sopra del 95%, nella formula troviamo inserita al denominatore della frazione anche la parte di fluido geotermico che alla turbina nemmeno ci arriva, la cosiddetta fase liquida. Tale parte di fluido, presente in alcune aree,  viene deviata e reiniettata nel sottosuolo essendo inutilizzabile ai fini della produzione di energia (mi2).

Mancava solo questa. Ci vengono a raccontare che il separatore fa parte dell’impianto di produzione mentre invece è solo uno smistatore piazzato a valle dei pozzi di produzione e a monte dei pozzi di reiniezione e della turbina. Il fluido in ingresso in centrale è solo il vapore. La parte in fase liquida è ininfluente. E’ il vapore che produce energia. La fase liquida semmai è in ingresso nei pozzi di reiniezione, non in centrale, e rimane confinata nel circuito chiuso dei vapordotti e delle tubazioni per essere reimmessa nel sottosuolo da dove è stata prelevata. Sarà una coincidenza, ma in qualche centrale dell’Amiata dove sono più abbondanti i veleni è anche più abbondante la fase liquida, variabile discutibile che aggiunta opportunamente alla formula fa vincere ancor più facilmente i premi.

Lasciamo a chi legge le conclusioni ricordando alcune cose:

la posta in gioco supera gli 80 milioni di euro.

Il decreto che per primo ha parlato dei premi è stato firmato da Corrado Clini e da Corrado Passera nel 2012.

I controlli sulle centrali vengono eseguiti da Arpat, i cui vertici sono stati scelti dal PD.

Nel CDA di Enel siede Alberto Bianchi che è il cassiere della fondazione di Renzi.

By Difensori della Toscana

 

 

 

 

 

 

Aree non idonee alla geotermia: il sonno della Regione genera ecomostri

15 aprile 2018

Vi ricordate che nel 2017 fu chiesto ai sindaci di comunicare le aree da proteggere dall’insediamento di nuovi impianti geotermici?

Ebbene, i progetti industriali vanno avanti indisturbati e visto che la Regione non ha ancora deliberato né pubblicato niente su questo argomento, nonostante avesse dovuto farlo entro il 30 novembre 2017, per avere qualche informazione abbiamo dovuto arrangiarci e cercare pazientemente sugli albi pretori dei Comuni i singoli documenti.

La notizia è che i nostri sindaci si stanno opponendo all’espansione della geotermia e la tabella riassuntiva che segue lo dimostra: tabella riassuntiva aree non idonee

Dai dati raccolti ben 28 sindaci hanno dichiarato non geotermico il 100% del territorio comunale!

Ultimi aggiornamenti al 15.04.2018 : i Comuni che ad oggi hanno deliberato e inviato i documenti alla Regione sono in totale 51: Castel del Piano, Montecatini Val di Cecina, Radicofani, Castelnuovo Val di Cecina, Radicondoli, Abbadia San Salvatore, Chiusdino, Monteverdi Marittimo, Piancastagnaio, Pomarance, Roccalbegna, San Casciano dei Bagni, Monterotondo Marittimo, Montieri, Castagneto Carducci, Guardistallo, Casole d’Elsa, Castell’Azzara, Castiglione d’Orcia, Follonica, Montalcino, Monticiano, Riparbella, Scansano, Scarlino, Seggiano, Bibbona, Campagnatico, Cinigiano, Roccastrada, Semproniano, Volterra, Cetona, Gavorrano, Pienza, Sarteano, Sovicille, Casale Marittimo, Empoli, Ponsacco, Chianni, Magliano in Toscana, Palaia, Terricciola, Montescudaio, San Quirico d’Orcia, Bientina, Capannoli, Casciana Terme/Lari, Castelfiorentino e Pistoia.

Ecco la casella dropbox dove abbiamo raggruppato le proposte che i Comuni hanno inviato alla Regione:

https://www.dropbox.com/sh/e4t03r09vb5akoj/AAA34BEVHC9vo3VYiJM_m7FDa?dl=0

Mancano all’appello i documenti e le delibere dei seguenti Comuni: Piancastagnaio, Monterotondo Marittimo, Montieri, Ponsacco, Gavorrano, Pistoia, Castelfiorentino. Appena recuperati li pubblicheremo.

By Difensori della Toscana

Geotermia, Enrico Rossi corre in aiuto di Enel. Chi paga può continuare ad inquinare.

Riceviamo e volentieri pubblichiamo.

Buongiorno.
Il Tirreno riportava alcuni giorni fa che Enrico Rossi ha chiesto ad Enel di versare 60 milioni all’anno per poter continuare a sfruttare i campi geotermici toscani.
Enel con la geotermia ha inquinato per decenni i territori toscani e li sta inquinando tuttora. I filtri Amis non sono così efficienti come viene raccontato da Enel, e Arpat è complice in tutto questo non facendo i controlli come si dovrebbe e pubblicando documenti lacunosi.
Nel diritto comunitario in campo ambientale è consolidato dai primi anni del 2000 un principio che dice: “chi inquina paga”.
Questo principio è nato con l’intento di scoraggiare i grandi inquinatori penalizzandoli economicamente,  mettendoli un poco alla volta fuori mercato e facendoli desistere dalle loro attività.
In Italia questo principio è stato reinterpretato da qualcuno come: “io ti pago un tot se tu mi lasci continuare ad inquinare. I soldi non mi mancano perchè me li garantisce lo Stato, cioè i cittadini, con gli incentivi per le fonti rinnovabili. Basta che la Regione mi aiuti a diffondere la storiella che la geotermia è una fonte rinnovabile pulita e sostenibile”. L’accordo veniva presto fatto. Le dazioni avrebbero avuto il nome di “compensazioni ambientali” e nessuno sarebbe andato fuori mercato.
Bisognava decidere a quel punto come quantificare le cifre che dovevano essere sborsate. Se l’opinione pubblica fosse rimasta addormentata sarebbe bastato dare pochi spiccioli a quattro comuni sventurati. La storia più recente ha voluto invece che i cittadini cominciassero ad arrabbiarsi…
Di fatto nel 2007, in un periodo in cui cominciavano a prospettarsi problemi per la tenuta della cosiddetta “pace sociale”, gli accordi volontari tra Enel, Stato e Regione Toscana portavano ad un meccanismo che vale ancora oggi e che in modo estremamente semplificato si può riassumere così:
Enel può continuare ad inquinare. In cambio deve versare ogni anno al Cosvig una piccola percentuale sui suoi fatturati (all’inizio era circa il 2%). Il Cosvig utilizza questi soldi per le sue iniziative e si impegna a parlar bene della geotermia, facendo anche marketing, sempre, comunque e dovunque. Se proprio devono essere fatti degli studi sanitari sulle popolazioni i soldi vanno attinti da questi fondi così bisogna pure ringraziare Enel per la sua bontà… Inutile dire che alla fine questi studi non portano mai a niente di preciso. Chi sarebbe così folle da accusare il proprio finanziatore?
Per dare un’idea dell’andamento dei versamenti effettuati da Enel nel corso degli anni, prima degli accordi volontari, con mercurio ed altri inquinanti emessi a tonnellate, i milioni versati annualmente per legge come “royalties” erano solo 3,3.
Nel 2007 per via degli accordi volontari (io pago e tu mi lasci inquinare) i versamenti aggiuntivi concordati tra le parti mettevano altri 6,7 milioni nel piatto arrivando a 10 milioni totali.
I vertici di Enel si impegnavano inoltre a versare altri 130 milioni, spalmati su rate decennali, se fossero riusciti a costruire altre nuove centrali per 200 MW totali (650.000 euro una-tantum per ogni nuovo MW installato). La Regione invece di farli chiudere è stata complice dell’inquinamento e ha permesso loro il sacco del territorio.

Oggi la cifra versata si aggira intorno ai 30 milioni annui. Quello che è profondamente cambiato da allora è il clima sociale, che vede Pd, Rossi e Enel sempre più invisi alla popolazione.

Qualcuno di noi si è chiesto: e se Enrico Rossi prima di fare questa sparata dei 60 milioni fosse stato contattato dai diretti interessati e fossero stati proprio questi ultimi a suggerirgli di chiedere pubblicamente il raddoppio delle cifre versate per poter mantenere in essere accordi volontari e centrali inquinanti?

Chicco P.

Firenze, 24 marzo 2018. Convegno NoGESI sulla geotermia. Pubblicato il video

clicca sulla foto per vedere il video del convegno  (link al canale youtube di SOS Geotermia)

Tempo e ordine degli interventi:

0.00.00 Apertura lavori Giovanna Limonta, Difensori della Toscana/rete NoGesi;
0.02.00 Saluti e intervento Tommaso Fattori, consigliere regionale SI Toscana a Sinistra;
0.17.00 Relazione introduttiva Velio Arezzini, portavoce rete NoGESI;
0.32.00 Intervento Pino Merisio, Sos Geotermia/rete NoGESI;
0.45.30 Intervento Ugo Corrieri, ISDE medici per l’ambiente;
1.03.00 Collegamento Valerio Gennaro, ISDE, Medicina Democratica;
1.13.30 Fabio Zita, ex funzionario regionale ufficio VIA;
1.27.00 Maurizio Marchi, Medicina Democratica;
1.51.00 Luigi Micheli, geologo ex funzionario regionale;
2.10.33 Michele Greco, avvocato;
2.30.00 Andrea Borgia, geologo università di Perugia;
2.43.00 Giuseppe Mastrolorenzo, ricercatore Osservatorio naz.vesuviano;
2.59.00 Dario Tamburrano, deputato M5S parlamento europeo;
3.14.30 Monica Pecori, consigliere regionale Gruppo misto;
3.18.00 Giacomo Giannarelli, consigliere regionale M5S;
3.36.00 Conclusioni Roberto Barocci, rete NoGESI.

Clamorose novità al Convegno sulla geotermia di Firenze del 24 marzo

Clamorose novità al Convegno sulla geotermia di Firenze del 24 marzo 2018
Seguitissimi gli interventi e le novità che smontano la favola della geotermia
“pulita e rinnovabile”
Firenze. Una serie di autorevoli e interessanti interventi nel corso del secondo Convegno di Firenze sulla geotermia, svoltosi nell’Auditorium del Consiglio della Regione Toscana, organizzato dalla Rete nazionale NO Gesi e dai Comitati toscani per la difesa del territorio, mentre all’esterno sotto grandi striscioni veniva diffuso materiale informativo e di protesta ai numerosi fiorentini che transitavano nella centralissima via Cavour, cittadini all’oscuro della problematica.
Tra le tante importanti testimonianze, due le notizie più clamorose, che non mancheranno di avere un seguito e che sicuramente riusciranno a rompere quel muro di menzogne costruito da una prepotente e falsa propaganda che vorrebbe ancora far credere la geotermia come una fonte energetica sempre pulita e rinnovabile, quando ormai dati scientifici e inoppugnabili dicono che centrali elettriche geotermiche toscane inquinano, sia per emissioni di gas climalteranti e di inquinanti tossici, più delle centrali elettriche alimentate con combustibili fossili.
La prima clamorosa conferma è stata fornita dall’on. Dario Tamburrano, europarlamentare del M5S, che da tempo sollecita le istituzioni europee ad identificare quelle forme di sfruttamento delle risorse geotermiche che, non essendo né rinnovabili né sostenibili, non meritano di essere finanziate dalle bollette dei consumatori, come invece sta avvenendo in Italia da molti anni. Per la prima volta la Commissione Europea ha avviato uno studio sulle emissioni delle centrali
geotermoelettriche e la presidente della commissione parlamentare, Cecilia Wikström, rispondendo ad interrogazioni sul tema, ha annunciato la volontà della Commissione Europea di approfondire la questione. L’on. Dario Tamburrano valuta che “lo studio avviato dalla Commissione Europea è condizione necessaria, anche se non ancora sufficiente, per il varo di norme europee sulla geotermia a difesa dell’ambiente e della salute”. Siamo peraltro certi che un qualunque studio indipendente spazzerà via la propaganda sulla bontà della geotermia del Pd toscano. Auspichiamo che finalmente la Commissione Europea faccia quanto la maggioranza
che governa in Regione non mai fatto e consenta l’audizione in Commissione di scienziati e tecnici indipendenti, docenti autorevoli nelle nostre Università. Altra notizia importante è stata fornita dall’intervento dell’avvocato Michele Greco, che ha offerto una panoramica di quanto si è scelto di fare in altre Regioni d’Italia (come nella regione Piemonte), in attuazione di norme di legge a difesa e tutela delle falde idriche potabili o potenzialmente utilizzabili in futuro, individuando e tutelando con vincoli di uso diversificati le aree di ricarica delle falde idriche (art. 94 del D.Lgl.152/2006), mentre la Giunta della Regione Toscana continua ad omettere di
applicare tale legge, come ha riferito anche il geologo Luigi Micheli, nonostante l’impegno a sanare tale ritardo sia stato preso dal Consiglio regionale. Un’altra maschera e ancora tanta propaganda da regime si stanno sgretolando.
È stato quindi denunciato, nei vari interventi sul tema, come la Regione Toscana, nel comunicare ai Comuni geotermici e ai Comuni confinanti i criteri usabili per indicare le Aree Non Idonee allo sfruttamento geotermico, abbia omesso di indicare la necessità di tutelare le risorse idriche e le aree di ricarica delle falde idropotabili.
Altrettanto interessanti sono stati gli interventi dei dottori Corrieri, Marchi e Gennaro  riguardanti i dati sanitari preoccupanti delle popolazioni dell’Amiata e delle altre aree geotermiche della Toscana, che risiedono vicino alle centrali. E le testimonianze del professor Borgia sulle nuove tecnologie di ultima generazione per lo sfruttamento dell’energia geotermica e del professor Mastrolorenzo sui rischi irreversibili provocati dalle trivellazioni per pozzi geotermici.
La parte politica è stata altrettanto importante e ricca di prese di posizione con gli interventi dei consiglieri regionali Fattori (Sì Toscana), Giannarelli (M5S), Pecori (gruppo misto), che hanno dichiarato il loro impegno sui temi posti dal convegno e la loro azione al Consiglio regionale, per cambiare la politica di Rossi e della giunta sui temi energetici e delle rinnovabili.
Molto grave il comportamento del presidente Rossi, della giunta regionale e dei consiglieri regionali del Pd, tutti assenti, ancorché invitati a intervenire al convegno, sordi alle istanze dei comitati e dei cittadini.
Nei prossimi giorni daremo conto dello sviluppo e delle reazioni, stante che dell’autorevolezza del Convegno e dei relatori tutti dovranno prendere atto senza poter più dire che “non sapevano”.

26 marzo 2018
Rete nazionale NoGESI – No Geotermia Speculativa e Inquinante

Firenze, 24 marzo 2018, Geotermia Elettrica speculativa e inquinante: l’inizio della fine?

Torniamo dopo circa due anni a Firenze presso il Consiglio Regionale con un convegno sulla geotermia: sembra passato un secolo!

Infatti nell’aprile 2016 lo scopo del convegno era portare-per la prima volta- all’attenzione della politica regionale (unica in Italia ad avere a che fare con la geotermia), i pericoli a cui vengono esposti territori che hanno nella loro naturale vocazione il turismo, le risorse agroalimentari d’eccellenza, l’economia legata al paesaggio. Contro il tentativo di trasformare tale prezioso tesoro naturale in un distretto industriale dell’energia geotermica.

Da allora molti passi sono stati fatti:

  1. a) l’accettazione da parte della Giunta Regionale Toscana della necessità di definire le “aree non idonee alla geotermia” (proposta dalla Rete Nazionale) che per la prima volta ha mostrato decine di comuni toscani contrari alla geotermia, tanto che ancora a distanza di mesi il tema è lungi dall’essere definito dalla Regione;
  2. b) la vicenda europea per cui al Parlamento europeo si prende atto – per la prima volta-che la geotermia non sempre è pulita e rinnovabile. La Commissione Europea entro dicembre 2018 dovrà valutare la necessità di una proposta legislativa tesa a regolamentare le emissioni da parte delle centrali geotermiche di tutte le sostanze, tra cui la CO2, sia nelle fasi esplorative che in quelle operative;
  3. c) sulla base della vicenda europea il governatore Rossi è costretto ad annunciare l’emissione di una legge regionale sulla geotermia –sarebbe la prima volta – che ha l’obiettivo dichiarato di ridurre l’impatto ambientale e paesaggistico di nuove centrali per la produzione di energia (ma allora la geotermia… inquina!) oltre – nella sua visione industrialista- di drenare da Enel Green Power maggiori incentivi per i territori (passando dal 6 al 10% del fatturato ricavato dallo sfruttamento dell’energia geotermica);
  4. d) tempi duri per Enel Green Power: per la prima volta i vertici della società vengono indagati per ipotesi di reato, in relazione alle emissioni fuori norma delle centrali geotermiche di Bagnore sul monte Amiata. Il GIP di Grosseto dr. Mezzaluna ha ammesso l’incidente probatorio affidando l’incarico al perito. Oggetto della perizia sono la conformità o meno alla normativa di settore delle emissioni relative agli inquinanti ammoniaca e mercurio e l’adozione di ENEL delle migliori tecnologie disponibili per contenere l’attività inquinante.

 Come sempre avviene quando il punto di vista dei cittadini, sospinti da “scienziati preoccupati”, è capace di mettere in discussione le certezze interessate delle lobbies e dei partiti che le sostengono.

 E’ quindi in questo nuovo contesto che il convegno di Firenze vuole affrontare le maggiori contraddizioni della geotermia elettrica. In modo da fornire le migliori informazioni per i componenti del Consiglio Regionale che sarà chiamato nei prossimi mesi ad esprimersi, su di un tema così bisognoso di “innovazione” scientifica e politica.

Crediamo che sia nell’interesse della stessa Giunta Regionale, invitata a partire dal suo presidente Enrico Rossi, intervenire nel convegno per meglio recepire i motivi di opposizione dei sindaci e dei territori alla geotermia elettrica e cercare di governare tali contraddizioni. Anziché dover far fronte – isolati – alla vasta opposizione sociale che ormai la geotermia elettrica porta con sé.

RETE NOGESI

Elezioni 2018, i candidati del PD favorevoli alla geotermia vengono castigati. N. 4 Stefano Baccelli, Lucca

15 Marzo 2018. In quest’ultima tornata elettorale c’erano troppi candidati del PD dichiaratamente favorevoli alla geotermia e la preoccupazione che qualcuno di essi potesse andare a Roma a fare ancor più danni stava diventando troppo pesante. Fortunatamente le cose sono andate per il verso giusto, nel senso che nei collegi dove si sono presentati questi personaggi nessuno di loro è passato.

Questi i nomi dei candidati PD filogeotermici trombati: Stefano Baccelli, Leonardo Marras, Marco Donati, Silvia Velo.

In questo quarto ed ultimo post parliamo di Stefano Baccelli che è stato sonoramente sconfitto nel collegio di Lucca.

Stefano Baccelli è consigliere del PD in Regione Toscana ed è anche presidente della commissione Ambiente regionale. Anche lui voleva fare il grande salto e andare a Roma, ma gli è andata male. Leggendo il seguente comunicato stampa diramato da Enel possiamo farci un’idea di quanto Baccelli sia dalla parte della lobby geotermica.

Tratto dal sito corporate.enel.itIl presidente della commissione Ambiente alla fine del sopralluogo al centro direzionale Enel Green Power di Larderello.

È una grande risorsa. Un volano di sviluppo per il territorio da sfruttare nel rispetto dell’ambiente e mitigandone gli impatti. Così il presidente della commissione Ambiente, Stefano Baccelli (Pd), al termine della visita al centro direzionale Enel Green Power di Larderello, Pomarance (Pi). Una visita voluta per conoscere le potenzialità e il livello di sfruttamento della geotermia in Toscana nel luogo dove Enel gestisce il complesso geotermico più antico del mondo. È indubbio ha detto Baccelli che la geotermia sia una grande risorsa da sfruttare sempre di più utilizzando le nuove tecnologie per mitigare l’impatto ambientale e puntando a raggiungere l’autosufficienza energetica, vera priorità dell’agenda politica regionale.

Risorsa da sfruttare sempre di più? Ma a chi piacerebbe vedere la Toscana trasformata in una grande Larderello? E le nuove tecnologie per mitigare l’impatto ambientale quali sarebbero? L’inquinamento provocato dalle centrali continua e Arpat non è nemmeno in grado di quantificarlo dato che non fa i controlli come si dovrebbe, cioè in continuo. Del resto se il Pd piazza un personaggio fidato come Baccelli a fare il presidente di una commissione ambiente regionale ci sarà un perchè.

Non è andata meglio quando nel novembre 2015 l’esponente del PD ha incontrato in commissione regionale i rappresentanti di Rete Geotermica dietro cui si nascondono Graziella Green Power, Magma Energy e Giga (Gori, Batini, Boco, Roggiolani) vedi post difensori. Il resoconto di quell’audizione dice: “Il Presidente Baccelli ringrazia per l’esauriente illustrazione i rappresentanti dell’Associazione Giga, afferma che questa audizione ha fornito spunti interessanti che arricchiscono il bagaglio di conoscenza per la commissione che è impegnata in un percorso di approfondimento sul tema della geotermia e delle risorse rinnovabili…” il bagaglio del fedele Baccelli si deve essere molto arricchito infatti pochi mesi dopo, in data 26 luglio 2016, i funzionari della Regione controllata dal PD emettevano, su richiesta di Magma Energy, sette provvedimenti di occupazione coatta (significa occupazione forzata dei terreni agricoli privati quando i proprietari hanno manifestato il loro disaccordo verso l’ingresso dei trivellatori).

Questo soggetto pretendeva di essere eletto alla camera.

Per nostra fortuna ciò non è avvenuto. Alla luce dei risultati elettorali possiamo affermare che la trombatura di un personaggio come Stefano Baccelli è un fatto altamente positivo.

By Difensori della Toscana

Elezioni 2018, i candidati del PD favorevoli alla geotermia vengono castigati. N. 3 Leonardo Marras, Grosseto

14 Marzo 2018.  In quest’ultima tornata elettorale c’erano troppi candidati del PD dichiaratamente favorevoli alla geotermia e la preoccupazione che qualcuno di essi potesse andare a Roma a fare ancor più danni stava diventando troppo pesante. Fortunatamente le cose sono andate per il verso giusto, nel senso che nei collegi dove si sono presentati questi personaggi nessuno di loro è passato.

Questi i nomi dei candidati PD filogeotermici trombati:  Stefano Baccelli, Leonardo Marras, Marco Donati, Silvia Velo.

Oggi parliamo di Leonardo Marras che è stato sonoramente sconfitto nel collegio di Grosseto.

Leonardo Marras è il capogruppo del PD in Regione Toscana. Voleva fare il grande salto e andare a Roma, ma gli è andata buca. Nell’intervista che segue, rilasciata in campagna elettorale, dà il meglio di sé in fatto di mistificazione. Abbiamo selezionato e commentato qualcuna delle sue sparate più appariscenti.

Intervista tratta da ilgiunco.net   “Ieri sull’Amiata ho incontrato cittadini e imprese – spiega Leonardo Marras, candidato alla Camera dei Deputati nel collegio uninominale 14 – e da lì ho lanciato, nuovamente, la mia idea sulla geotermia. Come ho detto molte volte, io credo che sia una risorsa per il nostro territorio e per la Toscana tutta, ma serve una regolamentazione chiara per lo sfruttamento. In questi primi due anni e mezzo di legislatura regionale abbiamo fatto importanti passi avanti (1), ma c’è ancora strada da fare.“Le parole d’ordine che devono guidarci – prosegue Marras – sono: più ambiente e più lavoro (2). In questi ultimi mesi abbiamo affermato il principio che non ovunque è possibile realizzare le centrali attraverso le cosiddette aree non idonee, ora dobbiamo fare un passo avanti (3). Servono investimenti in tecnologie per diminuire, ancora di più, l’impatto ambientale: costruire centrali ad emissioni bassissime o addirittura nulle che non deturpino il paesaggio, è possibile (4). Serve anche creare un indotto che vada oltre alla sola produzione di energia elettrica, dobbiamo chiedere alle imprese un impegno maggiore e sostenere iniziative che vadano in questa direzione: vuol dire creare nuovi posti di lavoro e aprire una nuova via per la crescita dell’economia locale (5). Lavorerò per una nuova legge nazionale sull’energia geotermica e per arrivare a un nuovo accordo con Enel, che è il principale gestore degli impianti (6). Porterò anche in Parlamento la voce dei territori che possono fare della geotermia una fonte di sviluppo importante senza perdere la bellezza e la qualità della vita che li contraddistinguono (7)”.

1  nessun passo avanti, 23 permessi che continuano il loro iter, ignorando la volontà dei territori

2  l’inquinamento continua, il lavoro diminuisce, le aree geotermiche sono aree di crisi

3  le aree non idonee non sono state istituite, il passo avanti dovrebbe farlo lui, dimettendosi

4  è possibile costruire centrali ad emissioni bassissime? Allora chiuda quelle esistenti

5  Marras vuole aumentare la produzione elettrica e termica continuando a costruire centrali

6  strizza l’occhio ad Enel e la lascia in pace in cambio di una manciata di euro in più al Cosvig

7  la voce dei territori in verità non l’ha mai ascoltata e i territori l’hanno punito non votandolo.

Questo soggetto pretendeva di essere eletto per “lavorare ad una nuova legge nazionale sull’energia geotermica…”.

L’abbiamo scampata bella. Alla luce dei risultati elettorali possiamo affermare che della trombatura di un personaggio come Leonardo Marras ce ne faremo una ragione.

By Difensori della Toscana